In occasione della Neurodiversity Celebration Week (Settimana della Celebrazione della Neurodiversità), iniziativa mondiale per la sensibilizzazione contro gli stereotipi sull’autismo ed altre difficoltà di apprendimento, desideriamo condividere la testimonianza della nostra famiglia su queste importanti tematiche.
Paola Sponza è una veterinaria italiana residente in UK che nel 2021 è entrata nel team di Ashfield House, clinica britannica del gruppo VetPartners. Dopo aver passato gran parte della vita a lottare con una forte ansia, sintomi depressivi e con la sensazione di non appartenere davvero a nessun posto, a 38 anni ha finalmente ricevuto la diagnosi di ADHD (Disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività), e la sua vita è cambiata in positivo.
Paola ha voluto condividere la propria storia con tutti noi, raccontando anche come un posto di lavoro caratterizzato da ascolto e attenzione all’inclusività abbia potuto cambiarle la vita.
“Fin da bambina, pensavo di non essere all’altezza e mi sono sempre sentita diversa dalle altre persone”, ci ha raccontato. “A scuola, faticavo a concentrarmi su ciò che l’insegnante diceva in classe, ero l’alunna che dimenticava sempre i libri o le scarpe per l’ora di ginnastica.”
“Diventai brava a nascondere i miei difetti. A otto anni ho cominciato a provare ansia, e ogni mattina prima di andare a scuola vomitavo. Ho lottato per tutta la vita con queste sensazioni, sentendomi vulnerabile e incapace a farcela da sola”.
Una volta arrivata all’Università, i successi accademici di Paola hanno mascherato le sue difficoltà ancora presenti, nonostante abbia dovuto prolungare il proprio percorso di due anni in più rispetto ai colleghi.
“Studiare mi risultava difficile, perché facevo fatica a concentrarmi oppure lo ero eccessivamente. Se qualcosa mi annoiava, potevo leggere la stessa pagina anche sei volte senza trattenere nemmeno una parola. Anche nel resto della mia vita quotidiana ero molto disordinata e disorganizzata, non avevo ritmi precisi.”
NHS England stima che il 3% della popolazione soffra di ADHD, disturbo con tre caratteristiche principali: disattenzione, iperattività ed impulsività. Non tutti riscontrano ognuno dei sintomi, a volte anche solo uno o due possono essere presenti.
A Paola ci sono voluti 38 anni per ricevere finalmente la propria diagnosi, dopo essersi imbattuta in un post sui social che sensibilizzava su questo tipo di disturbo. Si sente sostenuta dal team di colleghi di Ashfield House e dal gruppo VetPartners, per la grande attenzione che ha provato sulla propria pelle in termini di inclusività, di enorme conforto per lei mentre cercava risposte sulla propria condizione.
“Mi sono sentita accettata per quello che sono e a mio agio nel raccontare a tutti in clinica della mia diagnosi, perché sapevo che non avrebbe cambiato la percezione che hanno di me. Volevano solo sapere come supportarmi al meglio.”
“Mi sono resa conto che i pensieri negativi e l’ansia non facevano parte di me, facevano parte dell’ADHD. La diagnosi ha cambiato chi sono in positivo. Sono ancora la stessa persona, ma mi trovo molto a più agio con me stessa perché ho ricevuto le risposte che cercavo”.
“Parlare della mia esperienza è per me molto importante: non posso cambiare il mio passato, ma sensibilizzare sulla neurodiversità può aiutare gli altri a ricevere una diagnosi precoce e ad accedere agli aiuti in minor tempo, e a capire che questo non ti impedirà di vivere al meglio la tua vita o di avere successo nel lavoro”.
Con il supporto di VetPartners, Paola si è recentemente iscritta all’itinerario didattico in Endoscopia e Chirurgia Endoscopica, per conseguire il GPCert (Endo): “In passato, non mi sentivo all’altezza ed avevo paura a fare una cosa di questo genere, ma adesso sento di avere tutte le strategie necessarie per riuscirci, quindi sono fiduciosa” ha dichiarato.