Pillole di wellbeing: la compassion fatigue

Pillole di wellbeing: la compassion fatigue

La Compassion Fatigue – che potremmo tradurre in “stress da compassione” è una condizione tipica delle professioni di aiuto, in quanto esposte costantemente a situazioni di stress e sofferenza.

La Compassion Fatigue potrebbe essere definita come una forte riduzione delle risorse legate alla capacità di risolvere e affrontare gli eventi stressanti che si presentano nel proprio lavoro, e una conseguente riduzione della prestazione lavorativa.

Queste condizioni si manifestano attraverso una serie di sintomi fisici e psicologici che hanno un forte impatto nella vita della persona e in generale sulla propria percezione di benessere. I sintomi possono manifestarsi su più livelli: emozionale, fisico, cognitivo, sociale e lavorativo.

  • Sintomi Emozionali: rabbia, apatia, irritabilità, diminuzione dell’entusiasmo, ansia, depressione, oscillazioni dell’umore, paura, senso di colpa;
  • Sintomi Cognitivi: senso di vuoto, confusione, disorientamento, rigidità, perdita di fiducia in sé stessi, noia, incapacità di concentrarsi;
  • Sintomi Fisici: diminuzione delle energie, della resistenza, della forza, affaticamento, dolori, tachicardia, problemi gastrointestinali, cefalee;
  • Sintomi Sociali: ritiro e isolamento, sfiducia, proiezione di rabbia e senso di colpa, intolleranza, alienazione ed indifferenza;
  • Sintomi Lavorativi: assenteismo, diminuzione della performance, ritardo negli orari e nelle scadenze ed infine evitamento di situazioni intense o spiacevoli.

COMPASSION FATIGUE: COME AFFRONTARLA

Per far fronte a tale condizione, l’operatore può ricorrere ad una “self-care strategy” ovvero qualsiasi azione intenzionale messa in atto a tutela e promozione della propria salute fisica, mentale ed emozionale.

Nello specifico, si possono identificare diverse strategie che coinvolgono più livelli:

  • Livello fisico: dedicare del tempo a sé stessi, fare meditazione ed esercizio fisico, dormire adeguatamente, seguire un’alimentazione bilanciata;
  • Livello psicologico: acquisire una maggiore consapevolezza delle proprie sensazioni e definire dei limiti personali ed emozionali; trasformare le proprie strategie di coping (ovvero di fronteggiamento dello stress);
  • Livello Sociale: costruire una rete di supporto psicologico ed emotivo nell’ambiente lavorativo e personale;
  • Livello Professionale: mantenere rapporti di collaborazione, dialogo e sostegno tra colleghi, narrare e condividere i propri vissuti, rinunciare all’esecuzione di più compiti contemporaneamente.

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