Nella professione veterinaria, davanti a una pandemia, la solidarietà e la collaborazione sono elementi essenziali.

Nella professione veterinaria, davanti a una pandemia, la solidarietà e la collaborazione sono elementi essenziali.

In questo articolo Jo Malone, CEO di VetPartners, racconta di come le cliniche veterinarie del gruppo abbiano tratto ispirazione e sostegno le une dalle altre mentre l’Europa affrontava il lockdown della crisi da Covid-19.

Il calore e il senso di appartenenza che abbiamo creato all’interno di VetPartners non è mai stato più importante di quando eravamo alle prese con la pandemia globale.

La crisi sanitaria del Covid-19 ha posto la sfida più grande che la nostra famiglia di professionisti abbia mai affrontato e che, probabilmente, affronterà in futuro.

Un’esperienza che nel suo complesso ha completamente cambiato il nostro modo di lavorare e di vivere.

Tuttavia, credo che la professione veterinaria e, in particolare, le cliniche che fanno parte di VetPartners, ne usciranno più forti che mai, dopo aver dato una straordinaria dimostrazione di adattabilità e resilienza.

Sono profondamente orgogliosa di come le equipe veterinarie delle diverse realtà, tanto nel Regno Unito quanto in Italia, hanno dimostrato grande intraprendenza e solidarietà per poter continuare a offrire cure veterinarie, tutelando i colleghi e i clienti in linea con gli sforzi internazionali per combattere il coronavirus.

Le cinque cliniche veterinarie del gruppo che hanno sede in Italia si sono dovute adeguare ancora più rapidamente rispetto ai colleghi britannici ai nuovi protocolli di distanziamento sociale e alle nuove modalità di lavoro, dopo che il loro paese è diventato l’epicentro dell’epidemia di coronavirus in Europa.

Nell’assenza di un progetto di riferimento che desse indicazioni su come lavorare in simili circostanze, i nostri colleghi italiani hanno affrontato tempi senza precedenti, mentre la maggior parte delle altre nazioni, compreso il Regno Unito, era indietro di circa due settimane per numero di decessi per Covid-19.

Abbiamo imparato molto dalla loro esperienza e abbiamo avuto la possibilità di condividere consigli e idee: proprio in questo sta il vero valore di far parte di un gruppo più ampio.

I valori sono stati tenuti in grande considerazione da VetPartners, primi fra tutti lo spirito collaborativo e il sostegno reciproco, mai così importanti come quando ci si trova di fronte a una crisi internazionale.

La pandemia ha avuto un impatto economico drammatico sulla professione veterinaria, come attesta un sondaggio del Royal College of Veterinary Surgeons che al culmine della crisi ha riscontrato una riduzione del fatturato pari al 51% -75%.

La maggior parte delle cliniche veterinarie ha subito una riduzione del carico di lavoro che ha interessato anche gli appuntamenti di routine come le vaccinazioni, mentre la maggior parte delle attività ha lavorato solo per le emergenze e i casi urgenti.

Nel Regno Unito abbiamo chiuso un quarto delle nostre 500 strutture per piccoli animali, equini, allevamenti e attività miste nei mesi di marzo, aprile e maggio, per consolidare le risorse e contrastare la riduzione del personale causata dalla necessità di tutelare i lavoratori vulnerabili in isolamento o dalla necessità di rimanere a casa per far fronte alle necessità dei più piccoli.

La sicurezza, la salute e il benessere dei clienti, degli animali domestici e dei nostri operatori è stata per noi una priorità assoluta. In VetPartners condividiamo la visione di cliniche incentrate sulle persone, in cui i nostri valori familiari sono quelli della cura reciproca.

Negli ultimi tre mesi, veterinari, infermieri e personale di accoglienza di tutta Europa si sono dovuti adattare a modi diversi di lavorare e di curare gli animali, a mettere in atto nuove misure di distanziamento sociale e a far fronte a un aumento dei casi quando i servizi hanno iniziato a tornare alla normalità.

Abbiamo dimostrato di essere professionisti adattabili e capaci nel gestire una crisi in situazioni che nessuno ha mai vissuto prima di oggi. Abbiamo dovuto raccogliere la sfida e trovare un modo per continuare a lavorare tenendo al sicuro tutti i collaboratori.

Sono molto orgogliosa di tutti noi, che abbiamo attraversato un momento difficile in cui siamo stati catapultati in una situazione totalmente inedita.

Ho sentito tutto il peso della grande responsabilità di garantire la sicurezza dei dipendenti, redigere nuovi documenti sulle politiche da attuare mentre le linee guida cambiavano continuamente e promulgare pareri e indicazioni alle cliniche in base alle disposizioni governative.

Abbiamo dimostrato che l’utilizzo di mezzi diversi per comunicare con i clienti, compresi i consulti video e telefonici, può essere efficace ed è stato importante per consentirci di lavorare insieme. La pandemia ha anche accelerato la trasformazione digitale del nostro settore, e questo non può che avere un impatto positivo sull’esperienza del cliente, poiché ci consente di offrire la nostra assistenza in modalità diverse.

Sebbene solo i veterinari agricoli siano stati classificati come lavoratori chiave, tutta la professione ha svolto un ruolo fondamentale durante la pandemia, per garantire che gli animali continuassero a ricevere cure di emergenza o terapie urgenti.